mercoledì 9 gennaio 2013

Scrivere è/e trascrivere. Ti voglio bene, Gender.

Scrivere è trascrivere. Anche quando inventa, uno scrittore trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe: senza certi volti, certi eventi grandi o minimi, certi personaggi, certe luci, certe ombre, certi paesaggi, certi momenti di felicità e disperazione, tante pagine non sarebbero nate - Claudio Magris.

Questa è una storia disonesta, questa è la prima storia del 2013. Ma soprattutto, questa non è una storia inventata. Questa è una storia dell'interpretazione di certi fenomeni, scritti, in movimento, orali... Perché Dante e Virgilio? Perché rappresentano l'acme della possibilità dell'interpretazione e io, novella Virgilio, vi guiderò nei meandri dei miei pensieri contorti.
Questa storia parte dai gender studies e da quanto io li disprezzi. Sento spesso lamentare del fatto che la lingua sia maschilista. Sì, e allora? Fatevene una ragione, per Diana! Voglio dire, ci sono solo due generi (vi prego, comunità lgbt, non scagliarti contro di me) e la lingua non ha scelto di essere maschilista e non è una ragione sufficiente per deturparla declinando le parole a nostro piacimento - anche perché sennò io da domani inizio a dire "la sola" o "il luno" perché preferisco usare i generi alla maniera tedesca. Femministe dell'ultima ora, fermatevi! E ve lo chiedo soprattutto perché, col vostro braccio alzato, mentre state brandendo le idee (non sia mai un mattarello che fa male sul serio), riesco a vedere che non vi siete depilate le ascelle. Ugh. Che poi non è nemmeno difficile ragionare in maniera lineare e se solo Doris Lessing potesse sentirvi, sono sicura che vi lancerebbe addosso dei Tampax usati. Oh, a proposito di autori misinterpretati... anche il povero Ezra viene spesso citato da destrorsi e se lo sapesse sono sicura che vomiterebbe nei loro condotti uditivi. Tornando al canovaccio del discorso incentrato sull'interpretazione di alcuni segnali e dell'appartenenza o meno a un determinato genere, siamo oggi qui riuniti per ricevere tra noi una notizia che ne ha dell'incredibile: il torcicollo appartiene alle donne. Cercherò di essere più specifica: il torcicollo appartiene alle donne con le tette. Seguitemi ancora più in profondità: il torcicollo appartiene alle donne con le tette grosse. Novelli Indiana Jones, siamo quasi arrivati al tesoro: il torcicollo appartiene alle donne con le tette grosse e rifatte. Stando ai dati forniti da una bellissima televendita, a quanto pare le donne che hanno deciso di sottoporsi alla mastoplastica additiva soffrono di questa gravissima patologia. Siccome il detto "chi bella vuole apparire un poco deve soffrire" non si confa al nostro secolo, le nostre beniamine non dormono supine né prone per evitare questa fastidiosissima patologia ma si affidano all'aiuto di un nuovissimo ritrovato scientifico. Perché non mettere tra le tette un cilindro? E perché non mettere tra le tette un cilindro che vibra? Eh? Perché? Io che tette non ne ho devo trovare una soluzione primitiva, tipo un cuscino o qualcuno che mi sciolga la contrattura.
Signore, non so voi ma io preferivo di gran lunga la pubblicità del massaggiatore da schiena sul Postalmarket...

Scaloppine con senape e miele
Ingredienti:
- 6 fettine di lonza di maiale
- farina q.b.
- burro
- 1 dado
- acqua q.b.
- 2 cucchiai di senape
- 2 cucchiaini di miele
- 6 fettine di melanzana
- timo q.b.

Prendete le vostre fettine di lonza e se vi sembrano troppo spesse (e volentieri), battetele. Però con gentilezza, sennò si offendono. Infarinatele con cura. No, non ho fatto foto di questo procedimento perché mi sembrava un insulto alla mia intelligenza. Prendete una padella, larga - sì, quella più larga va benissimo - e mettete a scaldare del burro. Ponete le fettine in padella e rigiratele di tanto in tanto finché non si sarà creata una simpaticissima crosticina. A questo punto mettetele in un piatto e passate alla preparazione del sughetto. Nella stessa padella sbriciolate un dado e aggiungete un dito di acqua. In teoria, se non volete aromatizzare ulteriormente le scaloppine, avete finito qui. In realtà no. Quando il dado si sarà disciolto aggiungete la senape (io ne ho messi due cucchiai, ma se volete che si senta più o meno sarà una vostra decisione) e un paio di cucchiaini di miele (anche qui, fate come volete, però il mio consiglio è di mantenere più o meno queste proporzioni). Mescolate con cura e rimettete le fettine in padella, a fuoco basso, finché il sugo non si sarà rappreso secondo il vostro gusto.

Adesso mettete le scaloppine e il sughetto da parte e passate al contorno. Nella stessa padella disponete a stella le fettine di melanzana (se non le mettete a stella vengono meno saporite) con qualche cucchiaio del sugo di cui sopra e una spolveratina di timo.
Quando la parte a contatto con la padella vi sembra rosolata a dovere ripetete l'operazione: disposizione a stella, sughetto e timo. Lasciate sul fuoco (basso per carità di dio, sempre basso) finché non vi sembrano cotte.
Servite con gioia et giubilo. Ah, come vedete io ho aggiunto un contornino di fettuccine con verdure (funghi, spinaci, carote), ma non è quello il punto di questa ricetta. Il punto è: quella sera avevo voglia di cucinare e di qualcosa di sfizioso... mi sono detta "cosa posso fare?". Ho aperto la dispensa e il frigo e ho trovato la senape e il miele. Tentar non nuoce. Vi assicuro che sono una doppia libidine.
Ah sì, dimenticavo, il blog compie un anno proprio questo mese...
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