martedì 3 aprile 2012

Per legittima difesa...

ovvero: Constantly talking isn't necessarily communicating.

Oggi - dato che di solito invece no, eh? - traggo ispirazione da una discussione realmente avvenuta:

A: Non ti offendi se vado in bagno con l'iPhone in mano vero?
I: finché non vuoi che ti tenga la mano e riusciamo a tenere il senso della vista separato dall'udito e dall'olfatto, va bene
A: Potevo anche non dirti dove sono in realtà... [...] Te la posso dire una cosa? Sembri sempre una persona senza peli sulla lingua e che non si scandalizza per nulla! Sbaglio?
I: sì, è così . In fondo di cosa dovrei scandalizzarmi? Anche io vado in bagno... senza iphone, non ce l'ho.
Amico: Hihiihihih Male!
Io: ma no, sto tanto meglio senza...
Amico: lo dicevo anche io un anno fa.

(solo perché i maschi lo sappiano, mi sono fatta tante di quelle chiacchierate con le mie amiche al telefono mentre facevo pipì quando ancora esistevano solo i cordless)

In realtà questa discussione la sento spesso, nemmeno due settimane fa un altro mio amico, prendendo in mano il mio cellulare (colpevole solo di essere stato poggiato sul tavolo), lo osserva e mi dice: ma perché non hai uno smartphone?

Va bene, chiariamo una cosa fondamentale: il mio cellulare funziona. Da questa affermazione deduciamo che finché funzionerà non lo cambierò (e con funzionare intendo: inviare e ricevere messaggi, chiamare e ricevere telefonate. Il fatto che possa fare foto - sfocate per lo più - o farmi ascoltare musica è un bel sovrappiù).
In più il mio cellulare mi piace, piccolino, senza troppe pretese. Sì, mi piace. Non vedo perché dovrei avere questa smania, non vedo perché dovrei partecipare alla corsa verso l'ultimo ritrovato tecnologico. Io, che ho sempre cambiato i cellulari quando proprio non ce la facevano più, povere stelle (ricordo ancora l'amara decisione che mi ha portata a sostituire il mio caro, vecchio nokia 3330).
Che poi io ancora non riesco a memorizzare la differenza tra KB, GB e MB. So solo che il Tera è quello più grande di tutti e mi va bene così (io sono quella che chiede quante canzoni in formato mp3 possono entrare in un cd), figuriamoci se capisco qualcosa di caratteristiche tecniche di questo o quello smartphone.

No ma davvero, bella cosa lo smartphone, il massimo della tecnologia - e io sono una capra informatica. Sempre connessi alla rete mondiale, sempre a condividere dove siete, con chi siete, cosa vedete, cosa mangiate (non che io non lo faccia, ma non in tempo reale). Insomma, sempre con questi smartphone in mano. Comunicate, condividete... sempre, tutto, perché? Ogni due secondi con le mani su questi schermini inficiando la reale comunicazione e condivisione dal vivo.
Certo, fanno cose carine come essere dei validi tom tom, eliminando l'atavica e annosa questione del "ci siamo persi - perché non chiedi a un passante - no - perché no - eccetera", possono essere dei simpatici dispensatori di giochini, ma a parte queste cose non ci trovo niente di così innovativo, niente che non ci fosse già. Macchine fotografiche, agendine, dispositivi per fare le porzioni di spaghetti, libri di ricette e chi più ne (h)app più ne metta.
Mi piace avere una penna preferita, mi piace scrivere a matita e ricopiare a penna, mi piace avere un taccuino dove prendere appunti (ne ho tre, vabbè), mi piace dover decifrare i miei geroglifici, mi piace aprire i libri di ricette e scrivere con la mia penna preferita, su un foglio pulito, la lista degli ingredienti e mi piace, sono maestra in questo, perdermi dopo aver controllato su google maps la strada, perché comunque ho un senso dell'orientamento che fa invidia al più famoso maialino nero e bagnato.

La cosa fondamentale però, per me, è una: la perenne rintracciabilità. Con un telefono simile non hai nessuna scusa per non essere trovato, contattato, non puoi non essere reperibile, e io non voglio (un giorno vi scriverò dell'importanza dell'uso del corretto modale).
Ultimamente poi, abbandono il cellulare a casa (per quello sto ricopiando alcuni numeri sull'agendina - figuriamoci se ricordo dei numeri di telefono), non guardo la mail per 72 ore di fila, oppure lascio il pc acceso con skype funzionante e mi allontano a fare altro, senza pensarci; stare con l'ansia della possibilità di essere sempre trovata, no, proprio no, non ci tengo.
Anzi, sapete che vi dico? Io ogni tanto mi chiudo apposta nella mia casa in montagna, dove non c'è il telefono, quindi niente internet; dove non c'è l'antenna pazzesca, quindi anche la tv si vede male (che poi, io non guardo la tv). Mi chiudo là e lascio che sia il cinguettio degli uccellini del mattino a innervosirmi, altro che gli aggiornamenti di tizio e caio e i quotidiani. Me ne vado, ciao.

Passiamo alla vera ragione del perché siamo qui (oggi ho detto ciao anche alla sintassi): la cucina. Le ricette di oggi si chiamano "Il giallo è uno dei miei colori preferiti". Gli astanti sono ancora tutti vivi, potete fidarvi.


Ingredienti per 4 persone:
- 4 carciofi
- 80 grammi di caprino (che no, non è formaggio di capra)
- 175 grammi di farina di semola
- 175 grammi di farina integrale (o di grano saraceno)
- 1 uovo (se volete pasta all'uovo, allora ne mettete uno per ogni 100 grammi di farina)
- acqua tiepida q.b.
- sale q.b.
- burro
- 1 bustina di zafferano
- 250 grammi di macinato di maiale
- 250 grammi di macinato di vitello
- 1 cipolletta fresca o mezza cipolla
- 1 uovo
- una spruzzata di prezzemolo
- 60 ml di latte
- sale e pepe
- salsa barbecue 
- 3 fette di formaggio finto-cheddar (perché col cavolo che lo trovo qua)

Sulla spianatoia versate le due farine, il sale, l'uovo e iniziate a impastare. A poco a poco unite l'acqua tiepida finché la pasta non sarà sufficientemente elastica. Lasciate riposare. 

Tagliate i gambi dei carciofi, ripuliteli delle foglie esterne e tenete solo i torsoli che taglierete in quattro parti. Mettete i carciofi a cuocere in una pentola con acqua e un po' di dado (così da non dimenticare di salare il ripieno dei ravioli) e attendete circa 20 minuti. Siccome però la cottura del torsolo è uno dei misteri di fatima, direi di usare il caro, vecchio metodo: quando la forchetta li attraversa senza problemi allora sono cotti a sufficienza. Scolateli e metteteli in un piatto a raffreddare.
In una ciotola unite il macinato, la cipolla tagliata più o meno grossolanamente (e cruda), l'uovo, il prezzemolo, il latte, il sale e il pepe e create una bella polpettona.
Accendete il forno e preriscaldatelo a 180°. Prendete ora la leccarda, stendete la carta forno e continuate a sporcarvi le mani: da questa bella polpettona create 12 polpette. Fatele più belle e più regolari delle mie. 
Infilate tutto in forno, dopo circa 10 minuti dovreste sentire del profumino provenire da quel luogo fatato dietro di voi, allora tiratele fuori, rigiratele e mettetele a cuocere per altri 10 minuti. Prima che si raffreddino mettetele su un piatto, spalmate un lato di salsa barbecue e mettete su ogni polpetta un quarto di fetta di formaggio, in maniera tale da poter sfruttare il calore intrinseco per discioglierlo.
Mettete i carciofi e il formaggio nel mixer, frullateli, tra poco vi serviranno...
Adesso tocca alla pasta dei ravioli, stendetela, tanto, tanto, tanto. Quando vi sembrerà sufficientemente sottile decidete di che grandezza volete i ravioli e distanziate di conseguenza il ripieno (non mettete il ripieno al centro della pasta stesa, vi prego, sennò dovrete creare degli origami per sopperire alla mancanza di pasta).
Rivoltate la pasta sopra al ripieno, tagliate con la rondella (o con le formine, se le avete), e schiacciate i bordi con i rebbi della forchetta per far capire meglio al ripieno chi comanda!

Essendo questa pasta fresca mangiatela il giorno stesso, prima che l'umido del ripieno faccia il suo corso all'interno della pasta.
I ravioli ci metteranno davvero poco a cuocere, giusto il tempo di tornare a galla...
Intanto prendete una bella padella, buttateci del burro, la bustina di zafferano e man mano lanciateci con veemenza i ravioli. Dopo averli mantecati ben bene consiglio una spruzzata di prezzemolo.

4 commenti:

  1. Queste sì che sono foto! Comunque ti regalerò la macchina fotografica.

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  2. uhauahauaah ma perché spendere ' sti sooooldi? :D
    Ci sarà sempre un qualche amico con una macchina fotografica che si immolerà in cambio della pappa :D

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