in altre parole: prime impressioni di
una settimana altrove e di quanto sia facile misinterpretare.
Prima di continuare a leggere fatemi un
favore, mettete sul vostro lettore cd/mp3 (ma pure youtube va bene
all'occorrenza) Dummy dei Portishead. Non è solo un consiglio per
gli ascolti, è che io stessa sto godendomi questo album proprio
mentre sto scrivendo – e così ve l'ho messa sul piano
dell'empatia.
Il sottotitolo è "una settimana
altrove" perché mi sono trasferita ed è da una settimana che
noto e annoto cose – e adesso ve le beccate, non in ordine di
annotazione bensì secondo un mio ordine arbitrario.
1- Paese che vai, miscelatore che
trovi. Cazzate. Il miscelatore della doccia polacca è uno stronzo
proprio come tutti gli altri miscelatori del mondo. Rischio
sistematicamente l'ustione o l'ipotermia, appena inizio a godermi un
po' di meritato teporino ecco che interviene l'acqua fredda (e vi
assicuro, non c'è assolutamente bisogno di refrigerio al momento).
2- A proposito di cose che si trovano
nel bagno ho notato che uno di quelli che vive con me lascia lo
spazzolino senza cappuccio sull'impolveratissima mensola del bagno.
The horror. E a proposito di lasciare roba in giro, a quanto pare qua
si usa togliersi le scarpe appena si entra in casa, proprio come
fanno i giapponesi. Il problema è che appena chiudi la porta ti
becchi un pugno in faccia, i vari odori emanati dalle scarpe si sono
uniti e hanno formato un'entità, quest'entità è incazzatissima, e
non si sa perché ce l'ha con te.
3- I semafori cantano. Non ti
accompagnano solamente con un bip bip come tutti gli altri, producono
una strana sequenza di suoni che nel giro di qualche giorno inizi a
canticchiare. Nel giro di qualche giorno inizi anche a odiarla quella
particolare sequenza, soprattutto se la tua stanza dà sulla strada e
ai semafori non importa che tu stia al quinto piano, loro canteranno
più forte.
4- Si parcheggia sui marciapiedi. Lo so
cosa state pensando: che incivili questi polacchi! Ok, se un polacco
a Catania parcheggia sul marciapiede allora glielo dico anche io.
Però qua i marciapiedi sono larghi e hanno giustamente pensato: che
cosa se ne fanno i pedoni di tutto questo spazio?
5- Il tempo. Nel senso del meteo eh,
mica del fuso orario. Adesso capisco quella che mi sembrava una
strana abitudine che avevo notato in Irlanda, vale a dire: vado in
giro imbacuccato e mi denudo appena spunta il sole. Qua le previsioni
del tempo sono impossibili, nel giro di 24 ore tira vento, piove,
grandina, poi spunta il sole e anche io appena vedo due raggi cerco
di accaparrarmene il più possibile.
6- Il tempo. Nel senso della differente
gestione del suddetto. Qua si cena presto, prestissimo, talmente
presto che io farei merenda a quell'ora – ed ecco spiegato perché
alcuni ristoranti chiudono alle 18:00. E probabilmente ecco perché
qua la cena si chiama colazione (ok, non si chiama colazione, ma la
loro parola per dire cena è molto simile alla nostra per dire
colazione).
7- Qua è pieno di cani, e sono così
ben educati che è il pensiero del guinzaglio che conta. A proposito
di animali, qua è anche pieno di piccioni, strani corvi (viviamo
strani corvi) e gabbiani. E sono tutti molto amichevoli, troppo
amichevoli, vi prego lasciatemi in pace. E a te, gabbiano che hai
espletato le tue funzioni vitali sul mio davanzale – perché dubito
sia stato un cagnolino – non ti auguro la dissenteria, diventeresti
solo più pericoloso; io ti maledico e ti condanno alla costipazione,
per te e per i tuoi familiari.
8- Anche qui, per ragioni che non
fatico a comprendere, è meglio non alzare braccia destrorse
(aneddoto che racconterò nel prossimo post). Sempre parlando di cose
illegali: non si parla di soldi. Quando mi hanno detto di non
chiedere mai quanto guadagna qualcuno ho pensato "beh dai, è
indelicato, non si fa". Invece non è questione di delicatezza e
di educazione, proprio non si può fare.
9- La pizza qua non è male. Il caffè
nemmeno. Nel senso, prendete queste cose come un cibo e una bevanda,
perché se vi aspettate di trovarli nella versione italiana siete
davvero sulla cattiva strada. È tutta questione di aspettative,
prendetela dal giusto lato oppure mangiate altro. Tornando alla
questione ristoranti che chiudono presto, ne ho trovati ben due
vegetariani nello spazio di pochi metri. Da un lato è pieno di
persone fissate con la salute, dall'altro ci sono io che non capisco
niente di questa lingua e piuttosto che mangiare carne che non so di
che animale sia preferisco darmi alle verdure.
10- Dulcis in fundo, userò il
collegamento col cibo per esporre le mie perplessità linguistiche.
Girando per il supermercato ho notato due cose: i polacchi sono molto
educati. Dicono sempre "tak" e chiamano ogni formaggio
"ser". Peccato che "tak" non sia la variante
polacca del "grazie" norvegese/svedese ma solo "sì"
e che non hanno eletto i formaggi come baronetti, "ser"
vuole proprio dire "formaggio", vabbè (per la cronaca, al
supermercato compro cose con le figure, perché sennò non ho idea di
cosa mangerò, per fortuna l'Edamer si chiama sempre Edamer, i
bastoncini di pesce sono uguali dappertutto e le uova vengono sempre
create alla stessa maniera). Altre cose strane: buon compleanno non è
una semplice traduzione di buon compleanno – e chi conosce la
variante tedesca della canzoncina sa che esistono degli adattamenti
molto fantasiosi – ma vuol dire letteralmente "one hundred
years", quindi la canzone dei Cure vuol dire buon compleanno...
no?
Tu lo sai, vero, che da tre giorni canto continuamente "strani corvi, viviamo strani corvi"?
RispondiEliminauhauahauauauahau scusa XD
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