giovedì 7 giugno 2012

La gaffe frettolosa...


in altre parole: prime impressioni di una settimana altrove e di quanto sia facile misinterpretare.

Prima di continuare a leggere fatemi un favore, mettete sul vostro lettore cd/mp3 (ma pure youtube va bene all'occorrenza) Dummy dei Portishead. Non è solo un consiglio per gli ascolti, è che io stessa sto godendomi questo album proprio mentre sto scrivendo – e così ve l'ho messa sul piano dell'empatia.
Il sottotitolo è "una settimana altrove" perché mi sono trasferita ed è da una settimana che noto e annoto cose – e adesso ve le beccate, non in ordine di annotazione bensì secondo un mio ordine arbitrario.

1- Paese che vai, miscelatore che trovi. Cazzate. Il miscelatore della doccia polacca è uno stronzo proprio come tutti gli altri miscelatori del mondo. Rischio sistematicamente l'ustione o l'ipotermia, appena inizio a godermi un po' di meritato teporino ecco che interviene l'acqua fredda (e vi assicuro, non c'è assolutamente bisogno di refrigerio al momento).

2- A proposito di cose che si trovano nel bagno ho notato che uno di quelli che vive con me lascia lo spazzolino senza cappuccio sull'impolveratissima mensola del bagno. The horror. E a proposito di lasciare roba in giro, a quanto pare qua si usa togliersi le scarpe appena si entra in casa, proprio come fanno i giapponesi. Il problema è che appena chiudi la porta ti becchi un pugno in faccia, i vari odori emanati dalle scarpe si sono uniti e hanno formato un'entità, quest'entità è incazzatissima, e non si sa perché ce l'ha con te.

3- I semafori cantano. Non ti accompagnano solamente con un bip bip come tutti gli altri, producono una strana sequenza di suoni che nel giro di qualche giorno inizi a canticchiare. Nel giro di qualche giorno inizi anche a odiarla quella particolare sequenza, soprattutto se la tua stanza dà sulla strada e ai semafori non importa che tu stia al quinto piano, loro canteranno più forte.

4- Si parcheggia sui marciapiedi. Lo so cosa state pensando: che incivili questi polacchi! Ok, se un polacco a Catania parcheggia sul marciapiede allora glielo dico anche io. Però qua i marciapiedi sono larghi e hanno giustamente pensato: che cosa se ne fanno i pedoni di tutto questo spazio?

5- Il tempo. Nel senso del meteo eh, mica del fuso orario. Adesso capisco quella che mi sembrava una strana abitudine che avevo notato in Irlanda, vale a dire: vado in giro imbacuccato e mi denudo appena spunta il sole. Qua le previsioni del tempo sono impossibili, nel giro di 24 ore tira vento, piove, grandina, poi spunta il sole e anche io appena vedo due raggi cerco di accaparrarmene il più possibile.

6- Il tempo. Nel senso della differente gestione del suddetto. Qua si cena presto, prestissimo, talmente presto che io farei merenda a quell'ora – ed ecco spiegato perché alcuni ristoranti chiudono alle 18:00. E probabilmente ecco perché qua la cena si chiama colazione (ok, non si chiama colazione, ma la loro parola per dire cena è molto simile alla nostra per dire colazione).

7- Qua è pieno di cani, e sono così ben educati che è il pensiero del guinzaglio che conta. A proposito di animali, qua è anche pieno di piccioni, strani corvi (viviamo strani corvi) e gabbiani. E sono tutti molto amichevoli, troppo amichevoli, vi prego lasciatemi in pace. E a te, gabbiano che hai espletato le tue funzioni vitali sul mio davanzale – perché dubito sia stato un cagnolino – non ti auguro la dissenteria, diventeresti solo più pericoloso; io ti maledico e ti condanno alla costipazione, per te e per i tuoi familiari.

8- Anche qui, per ragioni che non fatico a comprendere, è meglio non alzare braccia destrorse (aneddoto che racconterò nel prossimo post). Sempre parlando di cose illegali: non si parla di soldi. Quando mi hanno detto di non chiedere mai quanto guadagna qualcuno ho pensato "beh dai, è indelicato, non si fa". Invece non è questione di delicatezza e di educazione, proprio non si può fare.

9- La pizza qua non è male. Il caffè nemmeno. Nel senso, prendete queste cose come un cibo e una bevanda, perché se vi aspettate di trovarli nella versione italiana siete davvero sulla cattiva strada. È tutta questione di aspettative, prendetela dal giusto lato oppure mangiate altro. Tornando alla questione ristoranti che chiudono presto, ne ho trovati ben due vegetariani nello spazio di pochi metri. Da un lato è pieno di persone fissate con la salute, dall'altro ci sono io che non capisco niente di questa lingua e piuttosto che mangiare carne che non so di che animale sia preferisco darmi alle verdure.

10- Dulcis in fundo, userò il collegamento col cibo per esporre le mie perplessità linguistiche. Girando per il supermercato ho notato due cose: i polacchi sono molto educati. Dicono sempre "tak" e chiamano ogni formaggio "ser". Peccato che "tak" non sia la variante polacca del "grazie" norvegese/svedese ma solo "sì" e che non hanno eletto i formaggi come baronetti, "ser" vuole proprio dire "formaggio", vabbè (per la cronaca, al supermercato compro cose con le figure, perché sennò non ho idea di cosa mangerò, per fortuna l'Edamer si chiama sempre Edamer, i bastoncini di pesce sono uguali dappertutto e le uova vengono sempre create alla stessa maniera). Altre cose strane: buon compleanno non è una semplice traduzione di buon compleanno – e chi conosce la variante tedesca della canzoncina sa che esistono degli adattamenti molto fantasiosi – ma vuol dire letteralmente "one hundred years", quindi la canzone dei Cure vuol dire buon compleanno... no?

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