mercoledì 28 agosto 2013

Avant(z)i il prossimo

a meno che il giorno dopo ti rendi conto che in libreria
ha solo i vari Harry Potter e Narnia, allora magari è
troppo tardi ma sei sempre in tempo per scappare
Settimana scorsa ho promesso di dare la mia umile opinione riguardo la lista dei 50 libri da non leggere prima di morire. Opinione che potrei tenere benissimo per me stessa, lo so, anche perché ovviamente non li ho letti tutti e non posso parlarne obiettivamente (e per fortuna, direte voi, sennò dovrei scrivere un'enciclopedia di commenti). Qui trovate la lista con relativa spiegazione del perché no, io non posso commentarli tutti quindi li troverete sì in ordine numerico ma non sequenziale. In mezzo ai 50 libri ce ne sono alcuni che io amo profondamente quindi sarà veramente complicato per me mantenere la calma (ma attenzione, dal mio punto di vista l'articolo è puramente sarcastico).

2. 1984 di Georges Orwell [motivazione: il miglior romanzo distopico del 20mo secolo indirettamente responsabile dei reality show - mia opinione: ha perfettamente ragione, nonostante sia uno dei miei libri preferiti, letto e riletto negli ultimi 10/11 anni, uno di quelli che mi ha donato angoscia e senso di soffocamento, devo dire che, prendendolo da questo punto di vista passa la voglia di aprirlo. Però almeno una volta l'anno è d'uopo leggere La fattoria degli animali]
3. Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen [motivazione: direttamente responsabile per l'inenarrabile massa di articoli che iniziano con "
È verità universalmente riconosciuta che..." - mia opinione: sì, la banalità e le citazioni sempre le stesse e sempre quelle non ci piacciono. Avremmo potuto puntare sull'effetto "bridget jones ante litteram" ma questo mi sembra un punto molto più forte]
10. Via col vento di Margaret Mitchell [motivazione: meglio del musical ma peggiore del film, il quale si concentra totalmente sulla battuta "Francamente me ne infischio" - mia opinione: io non l'ho letto, quindi non posso dirvi se quella battuta ci sia nel libro, ma ne approfitto per comunicarvi che Sherlock Holmes non ha mai detto "Elementare, Watson"]
11. Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez [motivazione: è un po' come cercare di capire com'è l'albero genealogico, partendo sette generazioni fa, del tuo studente in scambio - mia opinione: per l'amor di dio non aprite quel libro. Mai. L'ho dovuto leggere e avrei dovuto davvero disegnare l'albero genealogico. Noioso romanzo che va avanti per 400 pagine dando nessun indizio sul titolo, salvo poi spiegare tutto nell'ultima pagina]

15. I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe [motivazione: toccante storia un professionista dell'autocommiserazione in amore; Werther è così miserevolmente delirante che alla fine si spara... e il lettore è tentato a fare lo stesso - mia opinione: anche qui, come per 1984, è uno dei miei libri preferiti. Però sì, effettivamente il tipo è giusto un attimo pesante]
19. L’alchimista di Paulo Coelho [motivazione: 
inutile libro di auto-aiuto mascherato da letteratura. Incredibilmente banale, ha venduto più di 65 milioni di copie in 56 lingue - mia opinione: l'ho letto a 16 anni dopo aver letto Siddharta di Hesse e già ai tempi mi puzzò di brutta copia. Non posso che trovarmi d'accordo e peste vi colga se mai oserete leggere un qualsiasi volume di questo individuo]
21. Mangia prega ama di Elizabeth Gilbert [motivazione: mangia, prega, ama,  
piagnucola, viaggia, scrivi e controlla il conto in banca - mia opinione: non l'ho letto, non ho visto il film e quindi dovrei solo chiudere il becco. Di solito quando c'è troppo battage pubblicitario io non mi fido e me ne tengo alla larga; nel 98% dei casi funziona (un esempio fra tutti: quella figa di legno di Amelie]
32. Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere di John Gray [motivazione: no, non vengono da là e lo scrittore è texano, il che ci dice tutto quello che c'è da sapere - mia opinione: ovviamente non l'ho aperto e mai mi ha sfiorata l'idea di farlo. Non mi piacciono i libri di auto-aiuto, figuriamoci quelli così banali]

45. Il codice da Vinci di Dan Brown 
[motivazione: utile solo come una scorciatoia per sapere chi evitare di metropolitana - mia opinione: non ricordo esattamente tutto quindi non capisco la motivazione. Ho visto il film al cinema solo perché costava due euro ed era pieno di stupidaggini come il venerdì 13. Eccessiva pubblicità che attira le fasce basse di pubblico, indi poscia per cui da evitare come la peste bubbonica]
46. Twilight di Stephenie Meyer [motivazione: come sopra, soprattutto se ci sono adulti che non dovrebbero assolutamente subire questo fascino del vampirello - mia opinione: non ho letto il libro, non ho visto il film. Ci sono altri vampiri da leggere e vedere. Piccola nota a margine: è così di scarsa qualità che una demente mia ex collega universitaria si è fatta ridere in faccia dalla sottoscritta perché voleva farci su la tesi in lingua inglese nonostante non avesse aperto i libri. Io pensavo volesse paragonare le differenze tra i dialoghi del libro e del film, invece no. Vi prego, plebei, allontanatevi dalla mia vista]
50. Lolita di Vladimir Nabokov [motivazione: intraducibile "s
couting" per ragazze (intraducibile per via delle sfumature di significato, prendete per buono un "esplorazione/rimorchiare") - mia opinione: non l'ho mai letto, sono totalmente ignorante sulla letteratura russa; ma non ho mai finito di vedere il film, trasmesso sempre in estate e a notte fonda]

Pappone norvegese
Ingredienti:
- 300 grammi di pasta corta
- 500 grammi di spinaci
- 4 funghi grossi
- 1 cipolla
- 1/2 litro di besciamella
- avanzi di merluzzo

In Norvegia c'è molto merluzzo - c'è anche molto salmone ma il merluzzo e lo stoccafisso te li trovi che bussano alla finestra e ti chiedono un po' di zucchero - e questa ricetta è così tradizionale che persino la findus propone la sua versione surgelata aggiungendo l'immancabile "hjemmelaget" (fatto in casa) per fregare l'acquirente - un po' come le lasagne surgelate per noi, tanto per essere chiari. Quando rimane del merluzzo che cosa fai? Io farei delle polpette, qua invece preparano queste enormi pentole di pasta (maccheroncini), merluzzo, besciamella e le prime verdure che trovano nel frigo. Descritta così effettivamente potrebbe fare piuttosto senso, però vi assicuro che non è male.
L'altro giorno mi sono ritrovata degli avanzi e ho deciso di creare un'evoluzione della suddetta (la quale non ha un nome, non chiedetemi perché). Ovviamente, data la casualità dell'esecuzione da un lato e il dubbio sulla riuscita dall'altro, vi beccate solo la foto finale; però il procedimento è facile, quindi è tutto a posto. Innanzitutto soffriggete la cipolla, aggiungete i funghi e aggiustate di sale e pepe. A metà cottura aggiungete anche gli spinaci (freschi o surgelati) e riaggiustate di sale e pepe. Coprite con un coperchio e lasciate tutto a fiamma medio-bassa. Mentre le verdure finiscono di cuocersi mettete su l'acqua per la pasta e preparate la besciamella; per mezzo litro bastano 50 grammi di burro, altrettanti di farina e 500 grammi di latte (ovviamente non dimenticate il sale e la noce moscata). Quando avrete tutto pronto tirate fuori una teglia, accendete il forno a 150° e iniziate a stratificare nella teglia: un po' di besciamella, quindi aggiungete un po' di pasta, il merluzzo fatto a pezzettini e di verdure; continuate e mescolate spesso, così da avere una densità di condimento approssimativamente distribuita. Probabilmente vi sembrerà di aver preparato troppa besciamella ma è tutto calcolato, deve essere così; alla fine, prima di infornare, abbondate con il formaggio.
Dato che gli ingredienti sono già tutti cotti, basterà attendere anche solo 10 minuti per poter sfornare e servire.


giovedì 22 agosto 2013

Acqua, consigli e sale...

...se non espressamente richiesti, non offrirne.

Questo, signori miei, è un detto siciliano. Lo si trova, invero, sotto forma di consiglio ma non è un consiglio (altrimenti sarebbe una bella contraddizione in termini). Più che un consiglio è un "te l'avevo detto", ma un blando "te l'avevo detto"; blando perché di solito viene dato a posteriori dopo aver narrato una vicenda, non perché chiedi consiglio e poi fai il contrario mettendoti nella posizione di permettermi di dirti "te l'avevo detto". Mettiamola così, è un "te l'avevo detto" adatto per le verità universali, uno di quelli che, una volta imparato, ripeterai a te stesso ogni volta ti verrà voglia di donare un'opinione così, aggratis. 
Una cosa però non capisco: perché l'acqua no. Voglio dire, se stiamo pranzando insieme e tu riempi di acqua il mio bicchiere - dato che hai la brocca in mano - io non vengo certo a pensare "guarda 'sto stronzo che si preoccupa della mia idratazione e non vuole che mi colga un attacco di cistite". Misteri, io chiamo quelli di Voyager, sono sicura che i templari avevano trovato la risposta al mio perché.
L'altro giorno mi sono imbattuta tramite una pagina di un altro blog in una lista. I 50 libri da non leggere prima di morire. Si sa, io ho tutte le mie idiosincrasie e le mie fisime quando si parla di libri ed è difficile che prenda consiglio (altro discorso invece per film e telefilm, spesso dico di no perché non so cosa aspettarmi, in quel caso è l'ignoranza che mi guida). Ho letto la lista e ho deciso che ve ne parlerò nel prossimo post perché sennò mettiamo troppa carne al fuoco.

I consigli, dicevo. Se si chiede consiglio è perché si è confusi o non si è sicuri di qualcosa, giusto?
No. Ultimamente ho notato che la richiesta di consiglio viene usata come maschera per farsi confortare e non per risolvere effettivamente un problema.
Causa ed effetto, se si inoltra una richiesta - in questo caso d'aiuto - questo atto porta con sé la risposta. Tale risposta magari non soddisferà i parametri del problema ma avrà pur sempre un valore. Se non c'è voglia di perdere del prezioso tempo a soppesare la risposta allora o non si pone nessuna domanda oppure si ammette, candidamente, che ci si aspettava solo una pacca sulla spalla, un "va tutto bene", in quel limbo dove si aspetta con inerzia che le cose vadano seguendo il loro corso - sperando sempre che non peggiorino. Vieni qua, sfogati pure, dimmi che cosa ti rende perplesso, preoccupato, dubbioso; io dividerò con empatia la tua perplessità. Ma se mi chiedi un consiglio quando ti aspetti che ti dica quello che vuoi sentirti dire, quando quello che vuoi sentirti dire è:

a. fuori dai parametri del mondo reale
b. qualcosa che non penso

allora no. Proprio no.
Ma non mi lamento; mi piace essere nella posizione e in diritto di poter dire "te l'avevo detto".
L'orrore del reale | è nulla contro l'idea dell'orrore. [...] funzione e immaginazione si mescolano; | e nulla è, se non ciò che non è.
(Macbeth: atto I, scena III)
Pancakonomiyaki
Ingredienti:
- 250 grammi di verdure
- 1 cipolla
- 3 uova
- 6 cucchiai di farina
- formaggio q.b.

Metti che ti rimane una mezza busta di verdure surgelate, busta contenente cavolfiore e carote, e metti che sei stata colta improvvisamente da una botta assoluta di non-fantasia (la non-fantasia è come il non-compleanno, solo meno divertente). Che fai? Intanto inizi a cucinare, poi si vedrà. Tagliate la cipolla e mettetela a soffriggere, a metà cottura aggiungete le verdure - nel mio caso le surgelate più un altro paio di carote, l'importante è arrivare a 250 grammi. Le verdure sono pronte, devo preparare la cena e ho finito l'ispirazione... 
Gli anni dell'università hanno insegnato una cosa: la frittata e il cous cous risolvono ogni problema; però non ho voglia di rigirare enormi frittate e allora decido di preparare qualcosa che somiglia a una frittata ma è più piccolo e maneggevole: un pancake. Schiaccio le verdure, aggiungo le uova, la farina, aggiusto di sale e trovo anche del formaggio in frigo; salviamo l'entropia dell'universo mantenendo il frigo in ordine, aggiungo anche il formaggio. 

Non posso essere in cucina con voi mentre preparate, quindi regolatevi voi con la consistenza dell'impasto: se è troppo liquido aggiungete altra farina, se è troppo solido un goccino di latte. Insomma, una consistenza da pancake/crêpe.
Prendete una padella antiaderente e fate sciogliere un po' di burro - oppure, se avete un pennello da cucina usate quello; versate un mestolo di impasto e aspettate. Il primo pancake verrà bruttino, come tutti i primi pancake, ma non demordete... e ricordate, se pentola guardata non bolle, figuriamoci la padella.
Mentre attendevo per l'appunto la cottura del primo pancake ho ricevuto un'illuminazione osservando un pezzo di carota.

Quale altro piatto si prepara con quello che c'è in frigo e ha un aspetto di frittata?
Ma certo, gli okonomiyaki! Per semplificare il concetto, ricordate le polpette di Marrabbio? Quelli là. Ai tempi dovevamo necessariamente italianizzare tutto, quindi okonomiyaki non andava bene (invece una polpetta di quelle dimensioni...).
Io ho accompagnato il pancake con delle patate al forno e un po' di insalata, pietanze banali per meritare una foto. Ah, magari ve lo state chiedendo e io ve lo dico: con questa dose vengono 8 pancake.

sabato 10 agosto 2013

Espiazione

Avete presente Keira Knightley? Quella graziosissima attrice che, se nel film non ha una parte dove può fare la pazza, strapparsi i capelli e urlare, non accetta il copione. Tanto per fare qualche esempio: in Anna Karenina (2012) rovina un matrimonio e impazzisce per il Conte Aleksej Vronskij (che poi, vorrei ben dire, chi non impazzirebbe per Aaron Johnson? Una volta tanto Jude Law non è il belloccio della situazione). In A Dangerous Method (2011) ci sono Aragorn e l'androide David che giocano a fare gli psicanalisti. L'androide, che in questo caso interpreta Gustav Jung, deve curare una certa Sabina, la quale è schizofrenica e particolarmente aggressiva. Indovinate chi è Sabina? E ancora, in Never Let Me Go (2010), c'è questo simpatico trio formato dalla nostra K.K. più il giovane Spiderman e Sissy Sullivan (la sorella dell'androide David che in Shame ha un comportamento sessuale compulsivo) e in questo trio chi è quella che dà di matto? Del resto, la comprendo, è l'unica Ginevra che non riesce a tradire Re Artù perché Lancillotto muore prima che si possa consumare l'atto (King Arthur, 2004). Infine, tornando al titolo, in Espiazione (2007), dà di matto perché la sorella minore non capisce bene che cosa stesse facendo col figlio della governante (però alla fin fine l'espiazione tocca alla sorella minore). Conclusione: tutto questo bordello, ogni volta, per fare del sesso.
Avete appena letto un'enorme filippica che sembra l'analisi della filmografia parziale della Knightley solo perché avevo deciso di delucidare un punto dello scorso post (prendete un libro che avete comprato anni fa ma che non avete mai letto) e poi in realtà, colpita dalla carissima sindrome ossessivo compulsiva, ho trovato il bandolo della matassa. Sono stata distratta letteralmente da un gomitolo di lana: ho iniziato a sferruzzare, non ho idea di come si faccia e oggi avevo visto troppi difetti nella mia creazione - la quale avrebbe dovuto assumere il ruolo di vestitino per Kindle. Parlo al passato perché ho pensato bene di sciogliere il lavoro fatto fino ad ora ma ho imparato diverse lezioni: innanzitutto che non è facile come te lo mostrano nei cartoni, soprattutto se sei alle prime armi e ogni tanto hai creato un punto che in realtà era un nodo da marinaio, di quelli belli resistenti.
Mentre ero lì che scioglievo nodi, tiravo fili, arrotolavo gomitoli, non paga della mia sofferenza ho iniziato a canticchiarmi A Pain That I'm Used To dei Depeche Mode; fare questi lavori ripetitivi (tira il filo, avvolgi il filo, tira il filo, avvolgi il filo) ti porta a riflettere e ho realizzato che sto espiando la mia mancata presenza al Brutal Assault vedendo le foto di chi c'è, stamattina ho espiato la mia mancata presenza al Not.fest, dove sarà possibile vedere Tricky e 2manydjs, ascoltando per l'appunto la discografia di questi ultimi (al secolo ancora Soulwax) mentre facevo la ceretta - a parte il gioco di parole ceretta > cera > wax, chi è così stolto da fare una ceretta durante il ciclo?. Non contenta, ho continuato con i Depeche Mode, perché tanto lo so che a dicembre non vado mica a vederli a Oslo...continuiamo così, facciamoci del male.

Pasta con salmone, bottarga e pinoli
Ingredienti:
- 500 grammi di pasta
- 400 grammi di salmone
- 25 grammi di bottarga di tonno
- 2 spicchi d'aglio
- pinoli q.b.
- prezzemolo q.b.

A proposito di espiazione e di vendette trasversali del karma (no, non ci credo, tranquilli), ho ben pensato di preparare qualcosa di veramente sfizioso con un ingrediente che non è stato evidentemente capito. Mi pare giusto, io non capisco perché si ostinino a bollire l'acqua nel bollitore per poi metterla in pentola e loro non capiscono il reale valore della bottarga (però, a onor di verità, avrei potuto impegnarmi di più e spiegare meglio cosa fosse). Ma capirete alla fine perché. 

Prendete una padella antiaderente e mettetela sul fuoco, quando sarà calda tostate i pinoli (quanti? Quanti ne volete, io ho coperto tutto il fondo). Prestate molta attenzione e non abbandonate mai la padella perché la tostatura è un'azione che richiede cognizione; basta un attimo e invece di trovarvi i pinoli dorati e che emanano un buon profumino, vi ritrovate dei pinoli bruciacchiati e immangiabili. Per l'appunto, quando saranno dorati, trasferiteli su un foglio di carta forno e lasciateli lì a raffreddare.  
Mettete sul fuoco l'acqua per la pasta, in padella invece dell'olio e i due spicchi di aglio - a fiamma media; dedicatevi al taglio del cubetto di salmone (fresco, da trancio e non da fettina affumicata). Quando l'aglio sarà dorato, aggiungete in padella il salmone, aggiustate di sale e di prezzemolo, continuate a rimestare finché il pesce non sarà cotto.Intanto probabilmente l'acqua starà bollendo e potrete buttare la pasta, la quale poi scolerete, aggiungerete al salmone in padella, userete i vostri pinoli e infine la bottarga.
Aggiustate nuovamente di sale, se necessario, e servite.
Qui arriva il bello: i norvegesi hanno pensato di grattugiare sulla pasta (col pesce) del parmigiano.
Non ho avuto il coraggio di dirgli che in Italia, secondo le mie informazioni, non si usa spargere il formaggio sul pesce. Ma se da un lato hanno compiuto un'azione per me punibile con torture che chiamerebbero a raccolta tutti i volontari di Emergency e Nessuno tocchi Caino, dall'altro si sono molto avvicinati alle usanze catanesi (da quel che so, sono gli unici che osano il formaggio grattugiato su piatti di pesce).



sabato 3 agosto 2013

Punti di vista, mi giro dall'altro lato

Un mese fa a quest'ora ero in viaggio da ben 12 ore per raggiungere la terra natia. Macchina, treno, due aerei. Gente da osservare sul treno, gente da osservare in aeroporto, gente da osservare. Persone diverse, punti di vista diversi.
Ogni mezzo preso mi avvicinava sempre più a casa - no, niente di poetico, semplicemente appena arrivata in aeroporto l'hostess mi ha chiesto se parlassi italiano (e io ho risposto col mio basilare norvegese - brain wtf?) e sul primo aereo m'è capitato un italiano che guarda caso ha iniziato a inveire riguardo le dimensioni ridotte dei sedili dell'aereo. Punti di vista: tu hai il diritto di lamentarti e io di chiedermi, volgendo lo sguardo al compartimento sulla mia testa, perché l'unico spaccamaroni sia capitato proprio dietro di me.
Per quel che può valere - poiché questo post non ha assoluta valenza, lo so - è stata la più bella estate della mia vita. Consigli per gli acquisti, direbbe qualcuno non dotato di collo ma di un sacco di camicie coi baffi.
Se anche tu, come me, vuoi rilassarti un sacco, prendi il tuo lettore mp3 e inserisci i seguenti album:

- Æon Spoke - Æon Spoke (2007)
- Wardruna - Gap Var Ginnunga (2009)
- Wardruna - Yggdrasil (2013)
- Falkenbach - Ok Nefna Tysvar Ty (2003)

Lo so, in realtà probabilmente queste cose piacciono a pochi, ma per una volta volevo cogliere l'occasione per osannare quel genio di Masvidal (Æon Spoke, Cynic) e magari qualcuno si incuriosisce e si innamora. Lasciate a casa ogni dispositivo dotato di connessione a internet; so che è difficile ma so anche che potete riuscirci. Passo successivo: raccattate qualche libro tra quelli che avete comprato anni fa e non avete mai iniziato a leggere per ragioni oscure. Impacchettate del cibo, caricate tutto nello zaino e andatevene a mare, da soli, senza dover tenere conto degli orari di nessuno (anche perché eventualmente gli scenari sarebbero più o meno questi: gruppi di amici decidono che questo bagno non s'ha da fare, il tuo amico non si sveglia, il tuo amico ti scrive alle 6 del mattino dicendoti che c'è brutto tempo e quindi non viene a mare, il tuo amico ti chiede almeno 30 minuti in più per essere pronto. Eccetera). Punti di vista: tu hai il diritto di avere i tuoi ritmi e io il diritto di fare quello che mi pare senza aspettare nessuno.
Sto scrivendo questa serie di stupidaggini solo per arrivare al fulcro della situazione: trovarsi a mare circondati da maschi che indossano costumini a mutandina, ciccione in bikini e donne incinte che avrebbero dovuto coprirsi e invece no. Questo sempre dal mio punto di vista: loro hanno il diritto di conciarsi come vogliono e io ho il diritto di dire no.

Voi che nuotate sicuri
Nelle vostre tiepide spiagge,
Voi che trovate al solarium
Insalata di riso e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che indossa uno speedo
Che si tatua un rosario
Che suda per mezza panza abbronzata
Che muore per un sì o per uno zip.
Considerate se questa è una donna,
Con un bikini e un pancione
Senza più forza di coprirsi
Vuota la testa e pieno il grembo
Come un uovo a pasqua.

Meditate che questo ho visto:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetelele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa a mare,
La malattia vi obblighi a indossare uno speedo,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Spaghetti con salmone e lime
Ingredienti:
- 300 grammi spaghetti
- 1 scalogno
- 200 grammi salmone
- buccia di 1/2 lime
- 100 grammi di panna acida
- sale e pepe q.b.
- prezzemolo q.b.

il salmone dal punto di vista del lime
Premessa: avevo deciso di preparare dei semplicissimi spaghetti alla bottarga ma mi viene comunicato che c'è del salmone in frigo che bisogna consumare. Va bene, mi travesto da George Clooney in ER e inizio a salvare la situazione:
col salmone ci va il soffritto di aglio. Ommioddio l'aglio è finito! Stiamo tutti calmi, lo scalogno è un degno sostituto. Sminuzzo quindi lo scalogno e lo metto a soffriggere; intanto estraggo con delicatezza il salmone e lo taglio a pezzettini. Il salmone dovrà smetterla di andare controcorrente quando lo scalogno sarà dorato e sarà quindi costretto a saltare in padella. 
gli spaghetti sempre dal punto di vista
del lime
Aggiustate di sale e pepe se necessario.
Cosa ci starebbe benissimo a questo punto? Ah ma certo, la buccia grattugiata di un limone! Limone che non ho, quindi a metà cottura del salmone aggiungo la buccia di mezzo lime.
Aggiungo anche il succo del lime? Mh no, meglio usarlo per un mojito. Allora invece perché non aggiungere della panna acida? Ma sì dai.
Infermiera mi asciughi la fronte perché il momento è delicato, mi passi quella boccetta, il tocco finale del prezzemolo mi pare d'obbligo.

Tolgo la mascherina, spengo la luce sui fornelli.
Ho salvato la cena.
Sigla e titoli di coda.

[personalmente avrei evitato di aggiungere la panna acida, ma gli altri commensali avrebbero sicuramente pensato che il piatto rischiasse di essere troppo leggero... punti di vista]