martedì 22 ottobre 2013

Cose che odio: fare le liste e usare sarcasmo

Tempo fa sono venuta a conoscenza di un post su un blog. La tipa si confessava, ammettendo di essere totalmente dipendente da Twitter. Io ho deciso di fare lo stesso e, mentre riflettevo, mi sono resa conto che sono passata da dipendenza a dipendenza. Tutto nasce anni fa con icanhazcheesburger. Poi, non paga, non contenta, sono passata a tutte le sottopagine: cagnolini (presto abbandonata), storia, oggetti supercaruccini in grado di evocare messe arcobaleno a cura di minipony e orsetti del cuore, errori vari su facebbok, errori genitoriali - e via dicendo. Piano piano  ho abbandonato quelle pagine per approdare su 9gag. Ero sempre su 9 gag, guardavo almeno due volte al giorno 9gag. Adesso, se riesco, guardo prima di dormire e se non riesco non c'è più la vocina che mi dice "sei indietro, non sei aggiornata, domani ci saranno milioni di cose che non capirai del mondo". L'ultima mia ossessione è Buzzfeed. Lo uso da tempo ma ho notato - da notare la nonchalance con cui tratto la cosa, innocentemente - che negli ultimi giorni se non aro una decina di tab non sono contenta. Va bene, smetto di edulcorare: mi addormento col pc sulle gambe perché un maledettissimo feed ne offre almeno due che valga la pena di aprire, ad libitum. E io perdo la concezione del tempo - e ieri ho notato di aver perso anche l'uso del tasto p sulla tastiera. Funziona ma devo premerlo prestando molta attenzione, sennò mi rimangono le parole monche.
A proposito di Buzzfeed, oltre a innumerevoli "articoli" su perché questo o quell'attore possa essere il fidanzato perfetto o altrettanti innumerevoli pieni di idee DIY (perché dire faidate fa molto anni 80), spesso si trovano liste di vario genere; da come puoi utilizzare quel determinato ingrediente in quella determinata stagione in 26 modi differenti a lezioni di vita tratte da quel film o telefilm. Ovviamente ve ne propongo io una sulle cose peggiori che possono capitare mentre si legge:

1. versi il caffè sul libro
2. il vagone della metro si riempie di persone
3. devi andare al lavoro o a scuola
4. il tuo personaggio preferito muore
5. il tuo segnalibro cade
6. il nuovo libro del tuo autore preferito fa veramente schifo
7. devi andare in bagno (e non sei a casa quindi non puoi portare il libro con te)
8. i tagli da carta
9. scopri che manca una pagina al libro
10. qualcuno ti rivela il finale
11. non puoi più leggere in macchina a causa della nausea da lettura in movimento
12. dimentichi il libro da qualche parte
13. aspetti che i tuoi amici finiscano il libro così potete finalmente parlarne

Per me non sono tutte valide, ad esempio riesco a leggere in qualsiasi situazione o trovo quasi impossibile che il nuovo libro del mio autore preferito faccia schifo (questo perché leggo solo persone morte e sepolte nel 97% dei casi), il che va a braccetto con la numero 13, quasi nessuno dei miei amici ama leggere ciò che leggo io. Certo, i tagli da carta sono una brutta roba, piccoli ma fastidiosi e una volta il mio segnalibro non solo è caduto ma nel recuperarlo ho aperto il libro in una pagina a caso auto-rivelandomi un particolare che non avrei voluto sapere in anticipo. Ma ve lo dico io cosa c'è di peggio:

1. iniziare a leggere un libro e chiuderlo alle 4 del mattino (e alle 7 devi alzarti) o peggio ancora, dimenticare di dormire
2. mentre leggi ti perdi via con la fantasia e devi rileggere almeno 3-4 pagine indietro
3. il libro decide di suicidarsi e tu non ricordi il numero della pagina in cui ti trovavi
3bis. oppure si apre a caso e leggi un rigo che non volevi leggere, allora inizi a ripeterti che non è possibile e che hai sicuramente letto male
4. prestare il libro a qualcuno e quel qualcuno impiega mille anni per finirlo
4bis. prestare il libro a qualcuno e quel qualcuno ha sottolineato il tuo libro
4tris. mentre cerchi di cancellare si strappa la pagina (poiché le antologie di solito sono stampate su carta velina)
5. finire un libro che reputi bellissimo, soffrire di postumi da lettura e non sapere che volume iniziare
6. rendersi conto di non avere tempo per leggere, o per meglio dire, il tempo che hai è costellato da stanchezza e mal di testa, quindi nemmeno apri il libro

L'ultima affermazione purtroppo riassume la mia vita nell'ultimo mese, non solo non riesco a concentrarmi per leggere ma nemmeno per scrivere sul blog. Che gioia. Ma sorridete perché ho fatto gli gnocchi!

Gnocchi di patate
Ingredienti:
- 1 kg di patate
- 1 uovo
- 300 grammi di farina
- sale q.b.

Lavate le patate e mettetele a bollire in una pentola con dell'acqua salata e lasciatele bollire (di solito un 30-40 minuti sono sufficienti). Ancora calde, sbucciatele - e qui i vostri polpastrelli capiranno il vero significato dell'espressione patata bollente -, schiacciatele e mettetele su un piano di lavoro ben infarinato (data la mia scarsa altezza, direi che il tavolo va benissimo).

Aggiungete un pizzico di sale, la farina e impastate il tutto fino ad ottenere un composto compatto ma allo stesso tempo soffice. Aggiungete un uovo e continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto senza grumi e compatto (a me è venuto piuttosto colloso, ma niente che non si possa risolvere usando un pizzico di farina; nota a margine: se volete evitare i  grumi di patata prestate molta attenzione quando le schiacciate. 




A questo punto tornate all'asilo a quando giocavate con la pasta colorata e dividete l'impasto in tanti filoni dello spessore di 2-3 centimetri; iniziate a tagliare i vostri gnocchi riponendoli su un vassoio infarinato. Adesso dovreste prendere ogni gnocco e farlo scivolare su una forchetta in maniera tale da conferirvi la classica rigatura. La vera domanda è: avete tempo e voglia di recuperare ogni singolo gnocco creato con un chilo di patate? Oppure creerete posti di lavoro assumendo un addetto alla rigatura dello gnocco? Io non avevo questo tempo, non avevo tempo nemmeno per visionare curricula e assumere qualcuno, quindi ho saltato il passaggio.
La leggenda della patata bollente narra che bisogna lasciar riposare gli gnocchi per 15 minuti e dopodiché procedere alla cottura in una pentola abbastanza grande da farli nuotare tutti come Romy Schneider alle prese con Alain Delon, in l'acqua salata e scolarli quando saliranno a galla. Io preparavo tutto da sola, quindi avevo la catena di montaggio: creo il salsicciotto, taglio a pezzettini, poggio sul piano infarinato, butto in acqua, mentre si cuociono creo il nuovo salsicciotto e così ad libitum.
I miei sono stati conditi con un mix di verdure precedentemente saltate in padella, besciamella e formaggio, infornati per 10 minuti e serviti per la gioia dei norvegesi che hanno dichiarato "anche noi abbiamo delle cose simili ma sono molto più grosse, questa dimensione è proprio una sciccheria".