mercoledì 15 febbraio 2012

Se è vero che ogni sette anni cambiamo totalmente le cellule del nostro corpo...

...allora quest'anno troviamo un folto stormo di volatili per diabetici.


Andiamo con ordine, e sia chiaro, sette anni fa non mi sarei mai piegata a una frase del genere, sette anni fa ero una persona molto diversa... Cioè, non vuol dire che io sia un mutaforma, l'essenza rimane sempre quella, solo che andando avanti posso solo peggiorare.
Sette anni fa tingevo i capelli di nero, o nero blu, o nero viola; usavo balsami e maschere di prestigiose (uhm, no prestigiose no, conosciute) marche. Li lavavo quasi ogni giorno. Insomma, sette anni fa odiavo i miei capelli e li maledicevo perché avevano sempre un problema (troppo grassi, troppo corti, troppo fragili). Sette anni fa capitava di ascoltare in giro i Velvet Revolver o gli Evanescence, gli Scissors Sisters o gli Interpol, i Franz Ferdinand o i The Arcade Fire, e io, ignara del nascente movimento Indie, continuavo imperterrita con Behemoth, Cannibal Corpse, Cradle of Filth (ma dopo quell'anno ho smesso, giuro), My Dying Bride. Sette anni fa ho fatto la prima esperienza "radiofonica", era un workshop organizzato dall'università (probabilmente l'inizio della fine del mio tempo libero per i successivi anni), questa cosa mi ha portato amici, nemici, storie buffe e grottesche. Sette anni fa volevo tanto leggere Il Signore degli Anelli, avevo anche comprato il libro (che prima dell'uscita del primo film non si trovava a Catania), ma ancora non avevo iniziato a leggerlo. Sette anni fa è stata pronunciata la famosa frase "adesso vi faccio vedere come muore un italiano" e ancora non hanno smesso di frantumare le nostre povere gonadi con questo onore per gli eroi. Sette anni fa non avevo ancora instaurato la mia dipendenza da filo interdentale, non avevo ammesso le mie fissazioni (come ad esempio essere paladina del totale caos a meno che non si trattasse dei propri cd, fumetti o libri), non avevo ancora capito che preferivo la pizza tagliata in sesti e non in ottavi. Sette anni fa non sarei mai riuscita a stabilire una preferenza tra Alice in Chains e Soundgarden (per la cronaca, i primi nominati stanno sul podio). 
Sette anni fa non ricordo bene che persona fossi ma non importa. 
Non importa più. 

Appunto per rimanere in tema coi sette anni, propongo una ricetta che non faccio da almeno nove anni, non per qualche ragione particolare o per un triste ricordo a cui sono legata, semplicemente non è più capitato di preparare una cena messicana; tanto per essere sicuri ho abbondato con la datazione. Dedico questo dolce a chi era con me sette anni fa (ed è rimasto, gente coraggiosa) e a chi non c'era ma che c'è adesso (anche voi siete persone coraggiose), insomma, San Valentino un par di palle, se mi permettete il francesismo, una delle cose che non cambierà mai, nemmeno dopo aver mutato ulteriormente pelle, sarà il fatto di considerare gli amici una delle cose più importanti.





Budino di cioccolata e cannella.

Ingredienti:

- 170 grammi di zucchero
- mezzo cucchiaino di cannella in polvere
- 150 grammi di cioccolato fondente
- 312 grammi di panna
- 4 uova leggermente sbattute
-125 grammi di latte

Procedimento:


1. Preriscaldate il forno a 150°. Ungete uno stampo di 20 cm di diametro (spero per voi che abbiate degli stampi in silicone, così da non dover ungere).
2. Fate a pezzettini il cioccolato, mettetelo in un pentolino e versateci su la panna; a fuoco lento mescolate finché il cioccolato non è fuso, dopodiché togliete dal fuoco e fate intiepidire. Unite le uova e il latte.




3. Mettete lo zucchero e la cannella in un altro pentolino (o a bagno maria) con un goccio d'acqua e mettete su fuoco moderato. Quando lo zucchero inizia a sciogliersi abbassate la fiamma e mescolate finché il composto non assume colore uniforme. Versatelo nello stampo.
4. Versate anche l'altro composto e sistemate lo stampo a bagnomaria. Infornate per 40 minuti (o finché, inserendo la punta di un coltello, questa non ne uscirà asciutta).




5. Togliete lo stampo dall'acqua, lasciate raffreddare e fategli passare una notte al fresco (sì, in frigorifero). L'indomani passate un coltello sui bordi e rivoltatelo (se non avesse voglia di palesarsi, basta sistemare un panno caldo alla base dello stampo e attendere qualche minuto, quindi ripetere l'operazione chiedendogli gentilmente "scusa, hai voglia di uscire?").




Io ho dimezzato le dosi e usato degli stampini per fare dei piccoli budini, risultato ottimo però ci ha messo il doppio del tempo a cuocersi. Avevo aggiunto un decoro con stelline di zucchero ma si sono sciolte (giustamente, scema io). Potete riconoscerle da quelle chiazze gialle e arancioni.


Adesso scusatemi ma vado a fare uno scrub, devo perdere questi ultimi residui di cellule prima che sia troppo tardi...

9 commenti:

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  2. Signorina Sometimes, io credo di amarla!

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    1. signorina Clare, ho l'impressione che il sentimento sia ricambiato

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  3. VIene anche meglio a mangiarla, se la tagli in sesti :)

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  4. Charlotte, mi limito a dire che, pur non essendo un estimatore dei budini, questa ricetta è interessante. Apperò! ci risentiamo tra 7anni :D

    ps: però il cioccolato milka, avaja!!! :-P

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  5. c'era solo quello purtroppo... ho già in mente la variante

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