sabato 26 maggio 2012

Calvin(ism)o io ti protesto!

Se il calvinismo professava la sovranità di dio, allora io professo la sovranità della voce.


Pensateci bene, sin da quando nasciamo è una delle caratteristiche tipiche dell'essere umano senziente della quale venga presa nota.
La famosa "prima parola", nessuno comunica ai parenti "il primo disegno" o "la prima o col bicchiere", e ancora nemmeno "la prima parola letta", ma la prima parola pronunciata, quella sì (e mi viene la curiosità di chiedervi quale sia stata la prima vostra - la mia è stato il nome di mio zio, in barba ai genitori).
Sempre rimanendo in tema di infanzia e di parole poi, ricordo un articolo apparso sul Corriere all'incirca un paio di anni fa (e cito prendendo pezzi a caso):
Leggere fiabe e filastrocche a un bambino, meglio se è ancora molto piccolo, fa bene a lui e ai genitori. Lo dimostrano studi scientifici e numerose esperienze in Italia e all’estero. La lettura ad alta voce è una delle strategie di dimostrata efficacia per prevenire i problemi dello sviluppo e dell’apprendimento nel bambino. Non importa se il bambino abbia appena iniziato a stare seduto senza sostegno, se non abbia ancora detto “mamma”. Anzi, prima si comincia, meglio è La “literacy” fa bene alla salute ed è un indicatore di benessere riconosciuto. Adolescenti con bassi livelli di literacy sono a rischio almeno doppio di andare incontro a comportamenti aggressivi e antisociali.
Vorrei dire a questi scienziati che non hanno scoperto l'acqua calda e che non servivano numerose esperienze e nemmeno studi scientifici, bastavano quelli umanistici: tutta la letteratura per come la conosciamo è nata da tradizioni orali. Ed è ovvio che prima si cominci meglio è: il rischio è di scivolare nell'infausto baby talk col rischio che i bambini ci prendano per scemi - nel migliore dei casi - o imparino parole che non esistono al posto di quelle esistenti solo perché abbiamo preferito delle varianti idiote.


Si dice che Omero abbia dettato Iliade e Odissea - quindi sì, formalmente sono sue, però dobbiamo sperare che lo scribacchino non abbia buggerato l'anziano ipovedente. La letteratura medievale veniva tramandata mnemonicamente tramite trucchetti con la scelta delle parole (si prediligeva una determinata consonante all'interno di ogni verso per aiutarsi nel processo di memorizzazione, un po' come si fa con le filastrocche) - ok, ammettiamolo pure, la carta costava, si conoscevano solo metodi dispendiosi per la produzione di quest'ultima e la gente non sapeva leggere. E poi vorrei proprio sapere come sarebbe stato possibile fare altrimenti, vi immaginate un'intera corte con una sola copia di un libro? Era molto più comodo lasciar fare ai bardi - i quali molto probabilmente avrebbero anche messo in musica le parole.
Riprendendo il fattore allitterante, come spieghiamo allora il parallelismo con la ripetizione di alcune sillabe all'interno dei processi curativi sciamanici? Anche qui, la voce ha una predominanza importantissima: seguire i suoni prodotti dal curatore, lasciarsi cullare dalle onde sonore, produrre immagini (chimere, citando il mio esame di antropologia) e raggiungere chissà quali luoghi mentre l'attore principale del processo - lo sciamano - elimina il male - o almeno così dicevano (azzarderei un altro parallelismo: mi ricorda le formule ripetitive dei vecchie coi rosari, senza fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi).


Ma ancora, voce come metro gradimento, come chiave per l'attrazione sessuale. Quante volte ci troviamo a descrivere qualcuno che potrebbe potenzialmente insinuarsi nelle nostre grazie e oltre alla caratteristiche fisiche aggiungiamo anche "ha una bella voce, molto bassa profonda". Andate pure a cercare in giro per la rete, troverete anche qui interi studi scientifici su come il tono di voce tenda ad abbassarsi rivelando attrazione ed eccitazione - e non voglio pensare alla vita solitaria che conducono gli striduli, che magari sono pure belli da vedere ma come dice Alfredo Kraus, che è tenore e queste cose le sa:
Un pianoforte può essere visto, la voce no: può essere ascoltata, ed è questo il suo mistero. è lo strumento più affascinante che esista, perché noi siamo lo strumento e noi lo maneggiamo per mezzo di sensazioni interne.
Anni fa, quando lavoravo in radio, avevo proposto una trasmissione di lettura. Non sulla lettura beninteso, l'intenzione di rispolverare i nostri grandi classici e leggerli per chi avesse voluto ascoltare. Non avrei certo toccato i livelli dei ben più famosi radiodrammi alla Stoppard (lo so, il nome non vi dice nulla, ma se vi dicessi sceneggiatura di Shakespeare in Love? Ecco, lui), oppure i ben più famosi e dimenticati radiodrammi del nostro più famoso network, ma secondo me anche l'Orlando Furioso avrebbe potuto rivivere gioiosi momenti. L'idea, come potete ben immaginare fu uccisa sul nascere. Probabilmente l'avevo proposta perché mi piace molto leggere e mi piaceva un sacco quando, prima di dormire, i miei mi leggevano le fiabe. Trovo che sia una sorta di coccola che si ha nei confronti di chi si vuole bene.

Tornando all'occhiello iniziale, il Calvino a cui mi riferisco io è il nostro Italo, il quale dichiara, a mio avviso erroneamente che:


Ascoltare qualcuno che legge ad alta voce è molto diverso che leggere in silenzio. Quando leggi, puoi fermarti o sorvolare sulle frasi: il tempo sei tu che lo decidi. Quando è un altro che legge è difficile far coincidere la tua attenzione col tempo della sua lettura: la voce va o troppo svelta o troppo piano (Italo Calvino). 
Quindi, Italo ti ringrazio sempre per i bei libri che mi hai donato. Però stavolta mi tocca dissentire.

Linguine con cubetti di pesce spada
Ingredienti - 4 persone
- 360 grammi di linguine
- 350 grammi di pesce spada
- 100 grammi di pangrattato
- 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
- 60 grammi di capperi
- 1 limone
- zenzero in polvere q.b.
- prezzemolo q.b.
- peperoncino

Dopo aver messo a dissalare i capperi in una ciotolina d'acqua, passateli al mixer assieme al pangrattato, al parmigiano, a un po' di scorza di limone, allo zenzero e al prezzemolo (ho scritto zenzero e prezzemolo q.b. perché non a tutti piacciono quanto a me. Io ho usato un cucchiaio di zenzero e un cucchiaio di prezzemolo; lo zenzero non primeggiava sugli altri sapori, quindi la prossima volta ne metterò di più).
Private il pesce spada dalla pelle, tagliatelo a cubetti e impanatelo nel pangrattato.
Fate rosolare i cubetti per qualche minuto (ne basteranno 2-3) e metteteli da parte in un piatto. Prendete il pelapatate e create 4 strisce di scorza di limone, tagliatele a listarelle e rosolate anche quelle, quindi riunite il pesce. Scolate la pasta al dente, finirà la cottura in padella assieme alla megaspruzzata di prezzemolo. Ah sì, lo so che io non ho usato le linguine, ma quanto siete pignoli?

7 commenti:

  1. Sono d'accordo. Pur amando la lettura, sono convinto che anche la voce sia importantissima.
    Deviando leggermente dall'ambito letterario, nel cinema il solo suono della voce di persone come Michael Caine, Hugh Laurie, Stephen Fry (casuale ma fino a un certo punto il fatto che siano tutt'e tre britannici) evocano per se il 50% del significato delle parole pronunciate.
    Nella letteratura, grazie ai fighissimi audiolibri Emons ho potuto apprezzare vari romanzi letti da voci eccellenti: Claudio Santamaria, Giuseppe Battiston, Paola Cortellesi.
    Da una parte, è vero, non hai il piacere del tenere in mano un vero libro, solo un paio di auricolari nelle orecchie. Dall'altra secondo me puoi guadagnare un rapporto più umano con il libro, ti sono evocati suoni e colori che non vengono solo dall'interno della tua mente ma dal suono della voce altrui. Non è cosa da sottovalutare.

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  2. PS: è davvero odioso il baby talk; se avessi un figlio gli parlerei come un signore rinascimentale. "Figliolo, smetti di addentare le estremità longitudinali di codesto scranno! Abbandona i tuoi sensi sul giaciglio e allietaci con l'assenza delle tue incomprensibili lallazioni"

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    1. il baby talk è lo specchio dei tempi... orde di bambini cresciute come dementi...

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  3. Concordo sul potere della voce, di cui tutti gli esseri umani subiscono gli effetti. E' energia sotto forma di suono, che arriva a toccare corde anche profonde. Come dicevi giustamente tu, se bassa, profonda e calda, è in grado di far riscaldare chi l'ascolta. Mi ricordo bene gli effetti di una voce maschile particolarmente gradevole, appartenente ad uno dei clienti della società per cui lavoravo diversi anni fa. Credo che anche il marpione lo sapesse, visto come sapeva usarla, e il livello di rimbambimento cui riuscivo a cadere ascoltandola. Mi sentivo particolarmente vicina ai serpenti a sonagli che dondolano dalle ceste con il suono di certe melodie.
    Se ascoltiamo qualcuno che mette passione nella propria voce (non necessariamente di natura sessuale), ci sentiamo riscaldati, incoraggiati, amati. Non ci è capitato almeno una volta, in cui ci siamo confidati con qualcuno che ci ha parlato con calore, facendoci uscire da tristezza e abbattimento? Quello è il potere della voce. Come si trasmette, altrimenti, l'intensità di un sentimento umano, sia negativo, sia positivo?
    Dissento anch'io da Calvino, in questo ambito. Io amo leggere per conto mio, ma mi trasformo in padiglione uditivo gigante quando ascolto racconti alla radio, oppure qualche audiolibro. La trama entra dentro più facilmente, coinvolge moltissimo, e dà il via ad una serie di visualizzazioni scatenate. Io non ho figli, ma se ne avessi uno, credo che lo farei diventare sordo a furia di leggergli libri. Se ne andrebbe a scuola il primo giorno esasperato, pur di non dovermi più ascoltare...:-D

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  4. io ho avuto la fortuna di aver sempre avuto dei libri. Quando mia madre è rimasta incinta ha ricevuto 2 libroni di favole. La sera prima di dormire mi leggevano qualche pezzo e poi man mano ho iniziato a leggere io...
    da 25 anni coi libri in mano (tranne un breve periodo di stress in cui non riuscivo nemmeno a leggere fumetti... che brutto periodo)

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    1. ...L'ho passato anch'io, intorno ai 22 anni. Non riuscivo più ad aprire un libro che fosse uno. Era un segnale di qualcosa che non andava, altrochè.

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    2. infatti ho iniziato a sperimentare in cucina

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