sabato 9 marzo 2013

Chi cita ha bisogno di fare sesso (S. Freud)


Il titolo l'ho rubato, lo ammetto, però era troppo calzante.
Il mondo di internet mi dona sempre spettacolari perle, soprattutto durante i giorni di festa comandata, dal natale a san valentino alla festa della donna. Però ci sono alcune situazioni che si ripresentano con cadenza casuale e non posso fare a meno di osservarle. Leggete questi "versi":

Soffrirò... Morirò...
Ma intanto
Solve, vento, vino, trallalà.

Miša Sapego

Chi è l'autore? Internet non riesce a essere chiaro al riguardo, la tal cosa nutre sospetti su sospetti. Nonostante tutto però, noto che questi versi si stanno spalmando gradualmente dappertutto... A prescindere dal perché una persona di buon senso vorrebbe mai usare queste tre righe per esprimere qualsiasi cosa dimori nella sua anima, la missione di oggi è cercare di capire perché la moda della citazione va a ondate. Ecco alcuni esempi:

Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media. (Bukowski)

Esoneriamo innanzitutto chi leggeva già Bukoswki anni addietro, questa perla viene condivisa solitamente in estate, o in inverno, insomma, quando fa troppo caldo o troppo freddo ed è una bella alternativa a: ho i pinguini in salotto come status invernale o alla condivisione della foto del cruscotto con la temperatura bene in vista d'inverno (ovviamente trattata chimicamente con Instagram). Bravi, andiamo avanti ma dovete lasciare qua le vostre sigarette, il vostro liquore e anche la vostra aria da trasandati. Io so che ce la potete fare.

Il più bello dei mari / è quello che non navigammo. / Il più bello dei nostri figli / non è ancora cresciuto. / I più belli dei nostri giorni / non li abbiamo ancora vissuti. / E quello / che vorrei dirti di più bello / non te l'ho ancora detto. (Hikmet)

Tralasciando il mio gusto personale, tralasciando il fatto che ogni volta che leggo questi versi mi viene un colpo di diabete, so per certo che questa poesia viene condivisa da maschi caucasici in speranza di abbordaggio e accompagnata da un qualsiasi pezzo della colonna sonora di American Beauty, o de Il favoloso mondo di Amélie. Perché loro sono romantici, loro sono profondi. E voi, mie care fanciulle, cadete come pere cotte. E cadete perché nemmeno voi avete voglia di parlare di poesia, quindi è tutto oro.

Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei più profondi pensieri? (William Shakespeare)

Disse il comodino al mignolo del piede destro all'incirca alle 2 di notte, quando non ci si può esimere dalla pipì notturna. William si rivolta nella tomba ogni volta che questa frase viene lanciata nell'etere senza alcun riguardo. Sì, va a braccetto con Hikmet, però ha un sapore più classico, più romantico... più... non lo sa nemmeno chi la usa, non ha idea di dove andarla a trovare in nessuna opera (e io ovviamente non ve lo dirò, vi attaccate) eppure, beh eppure, sospiriamo tutti in coro guardando fuori dalla finestra, seguendo il ritmo della pioggia col nostro the fumante.

Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante. (Friedrich Nietzsche)

E per chi ha letto Così parlò Zarathustra si rende conto che questa frase è una tra le più banali dell'intero testo - a meno che non la si rilegga con l'ottica di un colon irritabile. Però no, il citazionista va, indomito per la sua strada e noi lo osserviamo, la sua ombra che si allunga verso il tramonto, nella speranza che stia andando verso un burrone. Insomma, l'accesso incontrollato al sapere sta solo creando degli abomini, dei mostri a tre teste che credono di sembrare culturalmente appetibili solo perché imparano a memoria dei nomi e qualcosa che riguarda questi nomi. 
Ne ho altre conservate tutte per voi, miei prodi. Il mio indice accusatorio è infaticabile, quasi ai limiti dell'inquisizione - e questa, come citazione vuole, non se l'aspettava nessuno.


Straccetti di scaloppine e Rösti
Ingredienti:
- 500 grammi patate
- 300 grammi carne
- 1 cipolla
- 4 cucchiai yogurt
- 4 cucchiai senape
- farina qb
- pepe qb
- sale qb

Io volevo preparare delle scaloppine però quando ho aperto la confezione di carne mi sono accorta che in realtà era stata tagliata a straccetti. Non importa, lavoriamo con quello che abbiamo. Innanzitutto servono le patate per preparare il rösti, quindi le lessate con la buccia ancora indosso. Mentre le patate nuotano in pentola preparate la salsina: unite lo yogurt e la senape, amalgamate per bene e mettete la ciotola in frigo. Tornate alle patate: se avete tempo le fate raffreddare e poi le ponete in frigo per qualche ora; se, come me, avete dimenticato questo piccolo particolare, aspettate solo che si raffreddino. Mentre aspettate infarinate la carne e fatela rosolare in una padella con del burro, come fate di solito con le scaloppine. Quando gli straccetti si saranno dorati metteteli in un piatto.
Le patate dovrebbero essere maneggiabili, sbucciatele e grattugiatele con una grattugia a fori larghi. Tritate finemente la cipolla, rosolatela (a questo punto bisognerebbe anche rosolare lo speck a pezzettini ma non ne avevo, quindi ho fatto a meno) e unitela alle patate, aggiustate di sale e pepe. Prendete una padella, fate scaldare un tocchetto di burro e con l'aiuto di un cucchiaio create dei mini rösti. Schiacciate leggermente con una spatola e fate cuocere a fiamma viva senza girarli, di modo tale da formare una crosticina dorata. Quando si sarà formata la crosticina  potete girare i mini rösti e attendete nuovamente per la crosticina. Metteteli di lato e teneteli al caldo.
Ritorniamo alla padella della carne, nella quale dovrebbe essere rimasto uno strato formato da burro di cottura e farina in eccesso: aggiungete un dito di acqua e del dado, quando si sarà sciolto e avrà formato un sughetto unite nuovamente la carne per qualche minuto e fate insaporire.
Per la carne non serve altro poiché abbiamo preparato la salsa alla senape, quindi potete impiattare e servire.

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