sabato 22 giugno 2013

Oh! No: non c’era lì né pie né flavour né tutto il resto

Era il 1904 quando Giovanni Pascoli scrisse il poemetto intitolato Italy, frutto di un'esperienza reale, toccante, sono commossa, davvero. Il fenomeno dell'emigrazione: perdita d'identità da un lato e voglia di integrazione dall'altro. Insomma, le classiche cose all'italiana: mescoliamo due parole inglesi (americane) qua e là e siamo a posto.
Questa è la vera storia di Molly, esatto proprio quella delle pasticche per il mal di tutto. Molly è sempre stata cagionevole di salute, però se era una bambina malata di tisi nel 1904 e ora nel 2013 ce la ritroviamo nemmeno trentenne, devo dire che non è la sequela di malattie che mi crea preoccupazione, quanto piuttosto la lentissima crescita.
Sì insomma, tutta questa interessantissima introduzione solo per dire che Pascoli non mi piace, Pascoli è un segaiolo come Petrarca. Un matto, uno che ha passato la propria vita a correggere, rivedere, riscrivere ciclicamente i propri lavori e nel tempo libero, invece di importunare le bellezze in bicicletta, si lamentava in un angolo pensando al fanciullino e al nido. Ha continuato così finché non ha avuto la possibilità di arrabbiarsi tantissimo con la sorella perché lei aveva deciso di sposarsi e mandare a quel paese sia il fanciullino che il nido... a una certa età raccogliere piume per pulire il deretano del fratello piagnone non è certo il massimo.
Pascoli non importuna le signorine, Pascoli importuna le sorelle.
Ma perché, se non mi piace Pascoli, uso come spunto il poemetto Italy?


Presto detto: innanzitutto, in quanto emigrata, inizio a mescolare le parole e nessuna lingua ne è immune. In seconda battuta ho preparato il gateau di patate e mentre lo preparavo mi sentivo come gli italo-americani di terza generazione che sono convinti che mangiamo gli spaghetti con le polpette, che mangiamo la pizza con l'ananas e il pollo oppure che prepariamo la carbonara o il ragù alla bolognese aprendo una pratica busta di roba solubile (eccetera).

Leggevo la ricetta su internet e pensavo alle mille varianti che si trovano nella mia famiglia, ho chiesto consiglio tramite instagram e ho trovato altre varianti - sia chiaro, ognuna di queste dipende sia dai gusti personali che dalla ricetta di ogni famiglia.
Insomma, più andavo avanti e più modificavo, seguendo la ricetta ed evitando di fare di testa mia, usando gli ingredienti a mia disposizione senza farmi venire un infarto per la mancanza di quegli ingredienti che creano il gateau che ricordo. Un colpo al cerchio e uno alla botte.
Il colpo finale è stato dato da un cespo di broccolo che chiedeva aiuto e non me la sono sentita di abbandonarlo al suo destino.
Questa è la vera storia del mio primo gateau.

Gateau
Ingredienti:
- 1 chilo di patate
- 250 grammi di broccolo
- 1 cipolla media
- 2 dadi
- 80 grammi di grana
- 2 uova
- 200 grammi di formaggio
- prosciutto q.b.
- burro q.b.
- pepe nero q.b.
- noce moscata q.b.
- pangrattato q.b.


Prendete le patate, sbucciatele, tagliatele a tocchetti e mettetele in pentola, immerse in acqua fredda e con un dado, così non dimenticate di aggiungere il sale nell'impasto. Da quando l'acqua inizia a bollire fino alla cottura della patata passano dai 25 ai 40 minuti, quindi usate la vecchia tecnica della forchetta che infilza con furore. Poi scolatele e lasciatele da parte a raffreddare. Tagliate la cipolla più o meno grossolanamente e lasciatela soffriggere in padella mentre mondate il broccolo, dopodiché aggiungete il broccolo in padella e coprite il tutto con sufficiente acqua e un dado (sempre per evitare dimenticanze) e dall'ebollizione calcolate 15 minuti - secondo voi ho messo il timer nella foto tanto per fare la figa, vero? No, è che non voglio diventare pazza. Quando le patate si sono intiepidite potete iniziare a schiacciarle, non mi importa come, forchetta, mixer, schiacciapatate, fate voi. Nel gateau che ricordo, gli ingredienti fondamentali per la sua buona riuscita sono l'uovo sodo a fettine e la mortadella. La ricetta invece dice di mettere le uova nell'impasto (ed ecco perché è meglio lasciar raffreddare le patate: per evitare una frittata in pentola), così sia. Aggiungete un paio di pizzichi di sale per le uova, 50 grammi di grana, un po' di pepe nero e un pizzico abbondante di noce moscata.
Imburrate la teglia e cospargetela con il pangrattato (altro problema, non ho il pangrattato e ho usato la farina integrale, quindi se anche tu come me non hai il pangrattato, setaccia la farina sulla teglia come se fosse zucchero a velo). Dividete il composto in tre parti: a una parte aggiungete il broccolo e alle altre due no (per essere chiari 1/3 più broccolo per la base, 2/3 solo patate per lo strato superiore).
Mortadella, dicevo. Se ci penso mi commuovo. Mortadella mia, torna nella pancia mia, c'è ancora il languore come l'hai lasciato tu.
Non si trova la mortadella nemmeno a pagarla oro (e vi assicuro che me la farebbero pagare tanto), però poco male, la ricetta dice prosciutto cotto, quindi mi piego al volere del popolo di internet e creo uno strato generoso di prosciutto.
Ora toccherebbe alla mozzarella e alla scamorza (ecco un'altra variante nella mia famiglia: eventuale strato di melanzana fritta e provola affumicata al posto di quella dolce), ma a proposito di ingredienti che costano un sacco, qua in Norvegia la mozzarella - se si trova - costa veramente troppo e non è nemmeno della migliore qualità, quindi ne faccio volentieri a meno e decido di usare una busta di mix di formaggi che c'è in frigo. Mix così composto: mozzarella (o una roba che usano qua per coprire la pizza), maasdamer, red cheddar e samsø (il quale, a giudicare dalle foto su internet, sembra simile all'emmenthal).

A questo punto accendete il forno a 180° e coprite con l'ultimo strato di patate, qualche fiocco di burro (ma se possedete un pennello usatelo) e il resto del grana grattugiato. Infornate per 45 minuti e aspettate un 10-15 minuti prima di tagliare il gateau.

Mentre mangiavo la mia porzione, forchettata dopo forchettata, pensavo "beh dai, per essere un gateau preparato senza mortadella, senza provola affumicata e con i broccoli non è nemmeno tanto male".
Tutto ad un tratto mi sono sentita come quegli italo-americani di terza generazione e mi sono sentita male. Poco, perché alla fine il gateau è venuto buono, ma mi sono sentita un pochino morire dentro.

3 commenti:

  1. Anche a casa mia si fa sempre, l'unica differenza è che lessiamo le patate con la buccia (come per gli gnocchi) e mettiamo il cotto e il salame (ma alle strette, qualunque cosa troviamo in frigo ^_^ è proprio un piatto da ricordi di famiglia.

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  2. anche a casa mia si lessano con la buccia, però si impiega più tempo nel cuocerle e per me è più difficile sbucciarle. Mio padre infatti non è d'accordo con questa mia innovativa tecnica del tocchetto di patata... ma almeno così evito di dimenticare di usare il sale :D

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  3. In effetti così diventa anche più facile schiacciarle e non si fanno esercizi ai bicipiti con l'infernale schiaccia patete :D

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