martedì 17 aprile 2012

Oh, gravity, thou art a heartless bitch.

Bentornati nel mio angolino di sheldoniana memoria... Nonostante la premessa ci tengo a dire che questo non sarà un post sulla fisica. Per me sarebbe impossibile tra l'altro, dato che dovrebbero ritirarmi il diploma (e già che ci sono vi spiego anche perché). Luglio del 2002, orale del mio esame di maturità: dopo aver usato ogni dote del mio inglese sciorinando conoscenze distopiche, supercazzolato a sinistra il professore di geografia astronomica inventando risposte sulle stelle e a destra la professoressa di filosofia, rispondendo a una domanda su Nietzsche usando la teoria delle due corde di Pirandello, dulcis in fundo c'era lui, l'amato (AH AH AH) professore di matematica e fisica. Avete presente la fastidiosissima risposta neutra dei sondaggi "non sa, non risponde"? Ecco, mi avrà posto almeno 4-5 quesiti e dopo la prima domanda (che in teoria era quella che avrei dovuto sapere e alla quale ho risposto con: se mi dà un foglietto da stracciare e una penna posso mostrarle l'elettrizzazione per strofinio) la mia univoca risposta è stata "professore, non lo so".
A parte l'aneddoto, che lascia il tempo che trova, il motivo della gravità trova il suo compimento nel fatto che mi sono iscritta in palestra. Non è angoscia da prova costume, no, è la vecchiaia che avanza - tra l'altro non è possibile sperare nella fatina di Cenerentola (a meno che non sia quella dei Corti di Elio e le Storie Tese, in tal caso ci direbbe "innanzitutto, tu hai dei bei baffi", e noi ringrazieremmo), noi che non abbiamo madrine fatine azzurrine buonine, per tenere la roba al proprio posto abbiamo bisogno di una certa dose di impegno e di sudore. L'istruttore, come nelle migliori sit-com, è un romanaccio e ha i modi dell'allenatore di Mila; la musica è un revival dance degli anni 90 e dobbiamo andare a tempo, pena il pubblico ludibrio. Esercizi su esercizi, sempre più cattivi, non basta alzare i talloni, dobbiamo proprio prenderci a calci le chiappotte (simbolismo del fatto che avremmo dovuto evitare di ingozzarci?). Ci dileggia senza pietà. Per andare avanti mi canticchiavo la colonna sonora di Rambo e di Momenti di Gloria, ma non era sufficiente. La schiena deve essere dritta e tu credi che sia dritta, finché non ti raddrizza lui e improvvisamente capisci quanto tu ti sia ingobbita e ti vedi come Quasimodo (almeno due gargoyl posso averli in omaggio?)... Durante questa prima ora di sofferenze immani mi sono ricordata quanto brava fossi in biologia e con quanta passione abbia sempre letto il manuale di anatomia: improvvisamente mi tornano in mente i nomi di una serie di muscoli dimenticati. Ciao addominali bassi, era da tanto non ricevevo vostre notizie. Ehi ciao gracile, come stai? Ti stai allungando a dovere? Oh, ma guarda, i dorsali, tutto bene in famiglia?
Solo un pensiero mi spingeva ad andare avanti nonostante tutto: per ogni muscolo tirato, allungato, per ogni bruciore, io avrei ricevuto una ricompensa. Perché non basta sentirsi dire dall'istruttore "28 anni? Sembri più piccola", no, voglio di più, voglio un culo da 14enne (di quelle moderne, non il mio vecchio culo). Nel mezzo dei dolori da retro del ginocchio teso (o forse per mancanza di ossigeno al cervello) vedo la luce: mi appare Milva in tutto il suo splendore di chioma rossa e mi dice: pensa alla resistenza sessuale che stai acquisendo, diventerai imbattibile! Vola via come il ben più famoso padre di Amleto mentre riecheggia "gli adduttori, pensa agli adduttori"...
E allora va bene, il gioco vale la candela...

Ma andiamo oltre... Questa ricetta nasce da un regalo: un sacchetto di ovetti. Mia cugina ne aveva in esubero e ha deciso che dovevo ingrassare allegramente assieme a lei... Siccome mi sentivo in colpa a mangiarli tutti uno dopo l'altro (cosa che accade sistematicamente) ho deciso di usarli in combinazione con una delle ricette che avevo voglia di testare - che poi, si sa, la cioccolata sta bene su tutto.

Camille con sorpresa.
Ingredienti per circa 12 muffin:
-150 gr di farina
- 2 grosse uova
-qualche cucchiaiata di latte
- 2 carote grattugiate
- 50 gr di burro
- 1 cucchiaio di olio
- 150 gr di zucchero di canna 
- 1/2 bustina di lievito vanigliato
- 70 grammi di zucchero a velo
- qualche cucchiaiata di acqua tiepida
- zuccherini colorati

Mescolate la farina con lo zucchero, il lievito e le uova; aggiungete le carote grattugiate (io ho dato un veloce colpo di mixer eliminando eventuali pezzi più grossi) e poi il burro fuso non troppo caldo (io l'ho fuso in microonde), infine l'olio d'oliva.
L'impasto deve risultare fluido, ma non liquido, per quello è utile qualche cucchiaio di latte.
Versate due cucchiai di composto nei pirottini da muffin e inserite al centro un ovetto di cioccolata (onde evitare di scatenare la psicosi da "oddio chissà che gusto mi capita", usate 12 ovetti uguali) 
e coprite con un altro cucchiaio di composto. Infornate a circa 150 °C fino a che saranno dorati: ci vorranno circa 20/30 minuti. 
Sfornate e lasciate raffreddare bene.
Nel frattempo scaldate dell'acqua e aggiungetela poco per volta allo zucchero. Mescolate fino a far sciogliere completamente lo zucchero ed eliminare eventuali grumi. La glassa non deve risultare liquida, se così dovesse essere aggiungete un po' di zucchero. Viceversa, se dovesse risultare troppo compatta, aggiungete pochissima acqua.
Quando i muffin saranno freddi ponete ponete un cucchiaino di glassa al centro e stendetela verso i bordi aiutandovi con il dorso del cucchiaino, quindi cospargete di zuccherini.


6 commenti:

  1. Come già dissi: già solo la foto mi sballa la dieta...

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  2. Quello che dici mi intriga assai e desidero abbonarmi alla tua rivista :P

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  3. mmmh per quanto mi piaccia la torta di carote non esce mai come voglio io, questi mi intrigano, proverò! :D

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  4. sono venuti favolosi, conviene riscaldarli un pochetto se non si mangiano subito.

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